Trentasette chilometri. Trentasette chilometri separano Vietri sul Mare da Positano, uno stralcio di costa che, in qualsiasi altra parte del mondo, potrebbe essere un semplice susseguirsi di spiagge e insenature rocciose. Trentasette chilometri che, in Campania, nascondono invece molto di più. Non solo il titolo illustre di Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, ma anche (e soprattutto) grappoli di case color pastello a picco sul mare, tradizioni artigiane che perdurano nei secoli, giardini di limoni e agrumeti che, sin dall’epoca della Repubblica Marinara di Amalfi, profumano l’aria e colorano la costa.
Inutile dire che, in qualsiasi altra parte del mondo, basterebbe meno di un pomeriggio al volante per coprire questa irrisoria distanza. A dirla tutta, basterebbe appena un’ora e mezza per raggiungere Positano da Vietri sul Mare, senza traffico e, ovviamente, senza fermarsi mai. Ma, sulla Costiera Amalfitana, è impossibile non fermarsi. Dalle ceramiche di Vietri alle alici di Cetara, dai giardini di Ravello al fiordo di Furore, passando per la grotta di Conca dei Marini e il Duomo di Amalfi: la strada statale 163 Amalfitana si snoda sulla costa più famosa d’Italia toccando panorami e realtà mozzafiato. Il suo nome d’arte? Nastro Azzurro!
Vietri sul Mare
A un quarto d’ora da Salerno e a meno di un’ora di autostrada da Napoli, Vietri sul Mare apre il sipario sul palcoscenico della Costiera. La cittadina deve la sua fama a una particolare tradizione artigiana: quella delle ceramiche che, sorta nel lontano 1400, costituisce ancora oggi l’animo più autentico della città. Le maioliche – coloratissime e dipinte a mano – ricoprono muri nascosti e facciate di antiche botteghe. I soggetti raffigurati appartengono alla vita che animava il paese secoli e secoli fa, ma rappresentano anche uno stralcio di cultura mediterranea: il sole, il mare, i limoni… la Costiera, sì, ma su ceramica!

Una visita a Vietri, quindi, non può che iniziare proprio dal suo artigianato. La Ceramica Artistica Solimene, che ha fatto della produzione di stoviglieria, oggettistica e pavimenti una vera e propria arte, è una delle fabbriche più famose del paese. Al suo interno, prodotti realizzati completamente a mano; all’esterno, una facciata tanto caratteristica quanto stupefacente, progettata dall’architetto Pietro Solari e realizzata con coni in ceramica. A pochi minuti da qui si raggiunge la Parrocchia di San Giovanni Battista, la cui cupola è rivestita proprio dalle famose maioliche; un’altra breve passeggiata tra i vicoletti del borgo ed ecco Corso Umberto I, la strada principale di Vietri, costeggiata dai tipici negozietti di artigianato locale.
Un’ultima sosta, prima di proseguire: Marina di Vietri, la prima spiaggia della Costiera Amalfitana, offre anche la prima possibilità di fare un bagno al mare!
Cetara
Appena sei chilometri più in là, a 15 minuti di viaggio, il piccolo borgo marinaro di Cetara sostituisce l’arte ceramica di Vietri con quella della buona cucina. Cetara è, sotto ogni aspetto, un tutt’uno con il Tirreno. La spiaggia tocca le case sul lungomare, le barche sono ormeggiate appena fuori dai portoni. La gastronomia, rigorosamente incentrata sul pescato del giorno, esprime l’essenza di questo antico villaggio di pescatori. Al centro della scena ci sono il tonno e, soprattutto, le alici, da cui nasce la vera specialità del luogo: la loro colatura, famosa in tutto il mondo, è un prelibato condimento della tradizione campana, perfetto per accompagnare spaghetti o linguine. Prima di comprarne qualche boccetta, però, è d’obbligo una degustazione: il ristorante Acquapazza, proprio sul porticciolo, propone una cucina autentica che sa di mare. Impossibile non fermarsi a pranzo o a cena, tra primi piatti a base di pesce, bottarga di tonno e fichi, e dessert che parlano di Costiera.

Minori
Un’altra manciata di chilometri, 11 per l’esattezza, portano dritto a Minori, il cosiddetto “Narciso della Costiera”. Il soprannome è un omaggio alla fertilità del territorio che, anche grazie ai naturali terrazzamenti della costa, rende quella di Minori una delle zone più idonee alla coltivazione dello Sfusato Amalfitano, il celebre limone di Amalfi. Partendo dalla piccola spiaggia è possibile seguire le stradine in salita e, passando tra capolavori architettonici del calibro della Basilica di Santa Trofimena, arrivare fino al Sentiero dei Limoni.
Il percorso, della durata di circa un’ora, offre una finestra sulle tradizioni agrarie locali: è proprio su e giù per queste scale che i contadini trasportano i pregiati agrumi, creando un’immagine che sembra appartenere al passato. Una tappa obbligata è il piccolo villaggio di Torre, dove è possibile fermarsi ad ammirare il panorama dalla terrazza del Belvedere della Morsella: la vista, che spazia da Ravello, ad Agerola, fino a raggiungere persino Amalfi, non può che essere spettacolare.
Un consiglio prima di rimettersi in viaggio? Fare una pausa alla pasticceria di Sal de Riso, tra le più famose di tutta l’Italia.

Ravello
Per arrivare a Ravello è necessario fare un piccolo detour. Il motivo è semplice: a differenza degli altri borghi della Costiera, Ravello si trova leggermente nell’entroterra, in una posizione elevata sul resto della costa. Niente spiagge, dunque, ma panorami mozzafiato e gemme architettoniche avvolte da meravigliosi giardini mediterranei.
Si parte da Villa Rufolo, tra i colori di ortensie e oleandri, il profumo del rosmarino, le foglie di cedri, cipressi e ippocastani. Persino Wagner restò incantato da questi giardini a picco sul mare, prendendoli come musa ispiratrice per la sua ultima opera musicale. E come dargli torto? La vista dalla terrazza panoramica di Villa Rufolo è, senza alcun dubbio, una delle più suggestive di tutto il litorale. A tenerle testa c’è però la Terrazza dell’Infinito della vicina Villa Cimbrone, a 365 metri sul livello del mare. Delineata da vasi di fiori e busti marmorei, è quintessenza di classe ed eleganza. La cartolina perfetta prima di ripartire.

Amalfi e Atrani
A 20 minuti da Ravello, Amalfi appare sullo sfondo dei Monti Lattari quasi come se fosse una visione. Protagonista di nome e di fatto, la più antica tra le Repubbliche Marinare dona il suo nome a tutta la costa, riservandosi un posto d’onore in ogni itinerario che si rispetti. C’è un mondo intero racchiuso nei tre chilometri quadrati di Amalfi, tra le botteghe del centro, le sale del Museo della Carta, gli scorci dal Lungomare dei Cavalieri, l’atmosfera cordiale e vivace dettata dai suoi abitanti. E poi c’è il Duomo che, oltre la scalinata, sorveglia la piazza principale e la vita che scorre in città. Al suo interno, la Basilica del Crocifisso e il Chiostro del Paradiso propongono capolavori religiosi, colonne in marmo, bassorilievi, affreschi e un porticato dalla tipica architettura moresca.
Tempo per una piccola inversione di rotta? A pochi minuti a piedi da Amalfi c’è Atrani che, con una superficie inferiore al chilometro quadrato, si aggiudica il titolo di paese più piccolo d’Italia. Eppure, ne nasconde di cose da vedere! La Collegiata di Santa Maria Maddalena, con la sua facciata Rococò e la cupola tempestata di maioliche, è un ottimo punto panoramico per godersi il mare, così come la minuscola chiesa di Santa Maria del Bando, completamente incastonata nella roccia.

Conca dei Marini e Furore
I chilometri scorrono sulla strada verso Positano, ma le sorprese sulla Costiera non sono ancora finite. Da Amalfi bastano pochi minuti per raggiungere Conca dei Marini, che nel nome nasconde già la sua identità. Una conca racchiusa tra le scogliere, un paesino di appena un centinaio di abitanti, i piccoli pescherecci che dondolano sulla baia. Due i pezzi forti: il primo posto va alla Grotta dello Smeraldo, una cavità rocciosa che, quando il sole splende alto nel cielo, si riempie di mille sfumature d’azzurro; al secondo posto (ma solo per dimensioni!) c’è invece la tradizionale sfogliatella Santa Rosa – si dice che la sua storia, iniziata nel 1600, abbia avuto origine proprio in questo angolo di Costiera Amalfitana.
Un paio di chilometri più a sud prende vita lungo la costa uno spettacolo della natura che ricorda i paesaggi della Norvegia. Il Fiordo di Furore è l’unico in tutta Italia, un angolo di scandinavia nel cuore della Campania. La spiaggetta, di appena 25 metri, è raggiungibile unicamente a piedi o via mare, mentre il minuscolo borgo è conosciuto addirittura come “paese che non c’è”, con case che sembrano un naturale proseguimento della parete rocciosa.

Positano
Dulcis in fundo. Non c’è nulla che possa preparare alla vista di Positano, il borgo che, più di ogni altro, si fa immagine della costiera. Nella città verticale, così soprannominata per la sua conformazione che si arrampica sulla scogliera, le strade si sostituiscono a rampe su rampe di scale, un saliscendi di scorci mozzafiato che ricordano l’Italia della Dolce Vita, fotografie dai colori pastello che sembrano ferme nel tempo.
Per trascorrere una giornata a Positano non servono linee guida. Nella discesa verso il mare, gradino dopo gradino, ci si immerge completamente nella vita del centro, tra strade e vicoletti animati da bar e negozi tradizionali. Non c’è momento migliore per dedicarsi allo shopping: il souvenir perfetto potrebbe essere proprio dietro l’angolo, tra stole, vestiti e gonne in lino bianco e merletti che, negli anni ‘60, prendevano il nome di “pezze di Positano”.

E poiché a Positano tutte le strade portano al mare, esiste solo una conclusione possibile a un entusiasmante tour sulla Costiera. La Spiaggia Grande, lo dice già il nome, è la più estesa di tutto il litorale, uno snodo marinaro che attira i visitatori con la sua atmosfera cosmopolita, i bar e i ristoranti. Più intima è la spiaggia di Fornillo, poco distante dalla prima. Trentasette chilometri dopo, forse è arrivato il momento di fermarsi, stendersi al sole e godersi un po’ di meritatissimo dolce far niente.