“Il problema con Venezia è che è tutta una grande opera d’arte”. Chiedi a un veneziano di descrivere in poche parole il meglio della sua città e lo metterai in crisi. Marina, veneziana doc, racconta le meraviglie della Serenissima, i posti più iconici e quelli meno noti.
Venezia: “Al cor no se comanda”
Il primo posto da vedere è il mercato del pesce di Rialto, il sabato mattina verso l’una. È questo il momento in cui si fanno gli affari migliori contrattando il prezzo con i pescatori. Il mercato, che esiste sin dal 1097, è a due passi dal celebre ponte di Rialto e non esiste sintesi migliore per descrivere Venezia. Qui, fianco a fianco, si trovano il suo lato elegante, le boutique, la sua bellezza sensazionale e il suo lato semplice, di barche a motore, gabbiani che si contendono un gamberetto sfuggito dal bancone, di pescatori, di gente che ha sempre un paio di bruttissimi stivaloni verdi da acqua alta nell’armadio e impreca con sorprendente regolarità. Sui tendoni rossi della loggia del mercato, affacciato sul Canal Grande, è apparsa da qualche anno una scritta fatta con una bomboletta: “Al cor no se comanda”.

Venezia da turista
Chiunque visiti Venezia per la prima volta deve vedere: le Gallerie dell’Accademia, che, oltre ad essere bellissime, ospitano la più ricca collezione di dipinti veneziani e veneti (Canaletto, Veronese, Tintoretto, Giorgione, Tiziano, Giambattista Tiepolo e altri). Un giro in vaporetto: Venezia vista dai canali è come un set teatrale. Gli architetti infatti, in pieno spirito veneziano, hanno sempre dedicato molta attenzione alle facciate dei palazzi che danno sul canale decorandole nei minimi dettagli, magari lasciando le altre un po’ più nude, in semplice intonaco o mattoni. Dal vaporetto si possono vedere le facciate del Palazzo Pisani, con le sue strane creature in pietra; Ca D’Oro, la gemma gotica della città; la chiesa di S. Marcuola, di una bellezza semplice e disarmante. Da fare è anche il percorso museale della Fondazione Querini Stampalia, una biblioteca dove gli studenti passano ancora lunghissimi pomeriggi di studio tra gli scaffali antichi e i pavimenti scricchiolanti. Il giardino di Palazzo Querini, inoltre, è stato progettato dal famoso architetto Carlo Scarpa.

Venezia a tavola
Venezia, con il suo intrico di calli, campi e campielli, pullula di ristorantini e di locali. Certo può essere difficile, per chi non la conosce bene, trovare le vere chicche. L’Osteria Filo, (non a caso vicino al mio amato S. Giacomo dell’Orio) prepara tra i cicchetti più buoni della città e ha un fascino tutto particolare. I suoi vecchi divani, i libri, il pianoforte, le abat jour bohemien e il jazz dal vivo il giovedì sera, solo solo alcuni dettagli che colpiscono al cuore. Per i più temerari, invece, consiglio il Remer: un piccolo ristorante davvero difficile da trovare. Inoltrati in una calletta strettissima appena dopo il Ponte dei Giocattoli (venendo dalla stazione). La calletta si apre su un piccolo campo con il caratteristico pozzo e un pontile di legno sul Canal Grande. Ma l’ottima cucina vale la fatica della ricerca.

Venezia: posti del cuore e curiosità
Fondamenta delle Zattere, quando il sole al tramonto incendia il Canale della Giudecca e campo S. Giacomo dell’Orio, con le sue lucette, i ristorantini e la gente che gioca a pallone a tutte le ore. Per vedere Venezia veramente bisogna perdersi tra i suoi calli. Seguire l’istinto, imboccare percorsi sconosciuti e chiese silenziose che sembrano essere chiuse da secoli. Un posto da non perdere è la Libreria Acqua Alta in Campo S. Maria Formosa. Il vecchio proprietario parla un po’ tutte le lingue, adora fare complimenti alle donzelle e ha almeno tre gatti che girano indisturbati per il suo inusuale negozio. Pile di libri nuovi e usati, vintage e antichi ricoprono ogni superfice: quelli sulla storia di Venezia riempiono un’enorme gondola all’entrata; i libri d’arte sono in una vecchia vasca da bagno; i romanzi sono impilati in precario equilibrio sopra enormi botti di vino. Quando l’acqua sale dal canale, su cui la libreria si affaccia, il posto si allaga completamente, ma rimane sempre aperto per chi ha con sé i famosi stivali.

Venezia by night
Quando il sole è ormai tramontato e le luci dei lampioni danno un tocco misterioso alla città è l’ora di scoprire il suo animo notturno. Campo S. Margherita, chiamato da tutti ‘Il Campo’, è sicuramente un posto da non perdere quando è l’ora dell’aperitivo. E per chi ha l’animo artistico, è imperdibile uno spettacolo al Teatro Goldoni. Lo scrittore di teatro Carlo Goldoni è l’emblema dello spirito veneziano. Diceva spesso che con tutti gli affanni che gli erano capitati nella vita, due cose non aveva mai perso: il sonno e l’appetito.

Venezia e l’acqua alta
La cosa più strana di Venezia rimane l’acqua alta. A seconda del vento che soffia, l’acqua scende sotto i livelli minimi o l’acqua sale, inondando le calli, infiltrandosi tra le pietre. Il fenomeno è più comune d’inverno, soprattutto a novembre, ma può capitare anche durante la stagione estiva. Per annunciare l’arrivo dell’acqua alta, Venezia usa un vecchissimo sistema di allarme. I Veneziani ascoltano l’allarme suonare potentissimo per le strade nelle prime ore del mattino, seguito da dei trilli simili ad un flauto che informano la popolazione sui livelli dell’acqua (più alte le tonalità dei trilli, più alta l’acqua). Piazza San Marco è la prima ad ‘andare sotto’, diventando un grande specchio su cui, di sera, si vedono le luci delle Procuratie tremare. Le calli allagate si accendono dei riflessi rossi, blu e verdi dai balconi e dalle porte dei negozi.